Lo Yoga proposto attraverso il progetto
“Yoga senza barriere”
Lo yoga è una disciplina antichissima per riscoprire veramente chi siamo e le nostre infinite possibilità. Questo progetto propone uno “yoga senza barriere”, in cui tutti con le proprie diverse abilità possono sperimentare orizzonti inesplorati prima.
Cosa
Da diversi anni, l’Unione Induista Italiana porta avanti “Yoga senza barriere”, un progetto che promuove percorsi formativi, incontri e collaborazioni per affrontare al meglio la disabilità attraverso lo yoga.
Come
Grazie ai fondi dell’8xmille, Yoga senza barriere sostiene associazioni, centri e persone che presentino iniziative per abbattere tutte le barriere sia fisiche sia psichiche che spesso la disabilità porta con sé.
Per chi
È un progetto dedicato a tutti: a persone con diversa abilità ma anche a coloro che vogliono riscoprire le potenzialità del proprio corpo imparando a fronteggiarne i limiti.
Obiettivi
Favorire la conoscenza e l’avvicinamento alla disabilità. Promuovere percorsi formativi, incontri e collaborazioni per affrontare al meglio la disabilità attraverso lo Yoga.
Yoga come mezzo per superare i propri limiti
“Surya, ogni mattina risvegli il nostro corpo, riscaldi ogni membra, faciliti il dissipare delle tenebre del nostro essere.
In ogni passaggio tra una posizione e l’altra, attraverso il respiro in armonia con la posizione assunta, stimoli la riflessione di Verità rivelate attraverso gli insegnamenti dello Yoga. Ogni ciclo del Surya Namaskara è una perla per entrare in armonia con la Conoscenza, Verità Eterna ed immutabile.
Al praticante attento ad ogni insegnamento offri intuizioni che possono diventare esperienza.
Esperienza che, se scaturita in modo spontaneo e sincero, guiderà sulla Via Spirituale in modo proficuo e sicuro.”
Alla nascita ho subito il trauma di non essere in grado di respirare per molto tempo. La conseguenza di questa condizione è stata quella di indossare un corpo complesso nella sua gestione. Pur avendo tutti gli organi a posto e in buona salute, compresi i polmoni, la respirazione in alcune situazioni non aveva il ritmo giusto. Il trauma avvenuto in quella manciata di minuti è stato fatale per questo corpo. Il cervello non riusciva e anche ora non riesce a gestire come si deve entrambe gambe, la mano destra e i muscoli della bocca.
Pure la respirazione in alcune situazioni non è fluida. Direi il falso se dicessi che non mi importa se non cammino con le gambe, anzi farei molti salti di gioia.
Ma, come spesso dico, non farei cambio con una persona che cammina sulle proprie gambe fisiche se diventassi indifferente verso il Divino e verso la pratica dello yoga.
Preferisco avere un corpo così ed avere la Grazia Divina che mi è stata donata.
Non importa se faccio fatica, se ho dolori muscolari. Quelli o prima o poi se ne andranno con questo corpo. Nonostante questo corpo sto vivendo una vita piena, sto viaggiando oltre le barriere. Fisiche ma sopratutto psicologiche, per lo meno cerco di farlo. Cercando di superare non solo il trauma avvenuto durante la nascita ma di realizzare quello che Dio desidera. Quando l’Unione Induista Italiana mi ha proposto di far parte del progetto: “Yoga senza barriere” ho detto: perché no. Sono felice che altri possono beneficiare di questi meravigliosi doni che sto ricevendo.
Dhamandas
«Ho sempre combattuto per sentirmi uguale, poi ho compreso che non esiste qualcosa di “uguale”, uguale a cosa? A chi? La diversità non è necessariamente un ostacolo, anzi è un valore aggiunto, una possibilità di arricchimento reciproco. Ammesso che esista, la perfezione è nella bellezza della creazione e della vita: la purezza di un neonato, un arcobaleno, l’aurora boreale, la nascita di un fiore. La natura è un dipinto davanti al quale rimango estasiata, ammirando il colore del mare all’alba o il sole che si ritira per lasciare spazio alla notte. Gli animali che guidati dall’istinto si muovono perfettamente nel loro habitat naturale o la perfezione del corpo umano, eccezionale dalla prima all’ultima cellula. Quanta meraviglia!
Ascolto il respiro del mare così profondo, così eterno, così roboante e silente allo stesso tempo. Osservo le montagne ricche di misteri e mi inebrio dei profumi della terra. Nel delicato equilibrio del cosmo l’essere umano sembra davvero incastrarsi perfettamente. Siamo uno e parte del tutto, di questo meraviglioso universo, come più tardi avrei capito praticando la disciplina orientale dello yoga.
C’è sempre quel pizzico di gioia di esserci in chi si adegua a un corpo rotto come il mio; in chi è cieco e studia un modo per tornare a “vedere”; in chi perde un arto o addirittura due ma, grazie alle protesi, con tanta fatica e sacrificio impara di nuovo a camminare o a mangiare, dopo tanta fisioterapia.»
Tratto da “Un tris di cuori” di Patrizia Saccà, un libro-testimonianza che vale la pena di leggere!
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