L’Unione Induista Italiana attraverso i fondi dell’otto per mille ha sostenuto un progetto in favore delle persone con diagnosi di demenza; un’assistenza estesa anche ai loro familiari.
Percorso di gruppo per ripartire dopo la diagnosi di demenza
Un progetto che ha operato al fine di superare la diffidenza e il timore con cui talvolta vengono visti coloro che ricevono la diagnosi di queste malattie e per promuovere una visione diversa della demenza. Una visione che contrasta la paura attraverso la conoscenza; che alimenta l’amore, la dignità, la valorizzazione e l’integrazione di chi riceve questa diagnosi. Offrire a queste persone degli spazi di sostegno adeguati è un importante passo in questa direzione.
Affrontare, nel modo migliore, la notizia di diagnosi di demenza, sostenuta dalla vicinanza dei suoi famigliari e amici, degli operatori responsabili del suo benessere (fisico, psicologico e sociale) e della comunità in cui vive e appartiene è lo scopo del progetto realizzato dall’associazione NOVILUNIO APS.
Per raggiungere l’obiettivo è stato fornito uno spazio online di appoggio emotivo, informazione, stimolazione, relazione e adattamento alla diagnosi, dedicato alle persone che vivono le prime fasi di una demenza o di un disturbo neurocognitivo e dei relativi familiari-caregiver residenti in tutta Italia. È infatti largamente documentato l’effetto negativo di solitudine e isolamento su qualità di vita e aspettativa di vita in tutte le fasce d’età e in particolare nell’invecchiamento, con ripercussioni in termini di funzionamento cognitivo, tono dell’umore e stato di salute generale.
Rispetto alle persone con demenza, la relazione e la socializzazione costituiscono una parte centrale del processo di cura, la cui mancanza, oltre ad indurre un’accelerazione dei processi involutivi, può potenzialmente accentuare il senso di stigma e di esclusione dal tessuto sociale, oltreché la fatica dei caregiver, contribuendo al rischio dell’instaurarsi di un pericoloso circolo vizioso.
L’isolamento e la necessità di ridurre spostamenti e incontri può inoltre aumentare stati di irritazione, agitazione e aggressività, con potenziale aumento a ricorso di terapie psicofarmacologiche (dai noti costi in termini di salute e mortalità, oltre che costi economici). Per questo è stato posto particolare accento sul ruolo dell’informazione e consapevolezza della malattia, nonché sull’importanza di adottare misure che mirano alla riduzione dei fattori di rischio riconosciuti del decadimento cognitivo e quindi all’offerta di interventi integrati e psico-sociali per aiutare le famiglie a gestire lo stress derivante dall’impatto della malattia, garantire la protezione dei diritti, l’inclusione e l’empowerment di chi assiste le persone con demenza. Il progetto oltre a gruppi di supporto per i pazienti e per i cargiver prevede anche momenti di incontro in presenza di tutti gli attori e partecipanti al progetto per un’esperienza di vita comunitaria dove condividere quanto appreso e praticare insieme tecniche e strumenti di benessere.
Comunità di cura per i malati inguaribili
Un progetto di sostegno.
Diritto alla salute e dignità della persona.
...Assistenza ai bambini nati con malformazioni
Un aiuto alle famiglie.
Ospitalità gratuita durante il periodo del ricovero ospedaliero.
...Un posto sicuro
Protezione per gli animali.
Un santuario per restituire dignità alla vita di tutti gli esseri viventi.
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