Costruire un’identità induista in Italia
L’Unione fa la forza
“Una tale fusione di identità culturali assieme a quella italiana costituisce una testimonianza unica nel mondo.”
L’induismo: una “nuova” realtà religiosa in Italia
L’Unione Induista Italiana – Sanatana Dharma Samgha è stata fondata ufficialmente grazie alla lungimiranza di Paramahamsa Svami Yogananda Ghiri, mahant dell’unico monastero tradizionale indù in Italia, il Matha Gitananda Ashram di Altare (SV). Tutto iniziò in un piccolo eremitaggio immerso nel bosco, in un’atmosfera simile ai luoghi di pratica ascetica dei rishi, gli antichi veggenti, e degli yogin. Il primo tempio in Italia sorse negli anni ’80 proprio lì, secondo le prescrizioni del Vastu Shastra, l’architettura tradizionale. L’arrivo in Italia di una nuova ondata migratoria indù, la mancanza di templi e di un’unica rappresentanza delle varie tradizioni furono i fattori che fecero sì che molti si unissero nel chiedere a Paramahamsa Yogananda Ghiri di fondare un’organizzazione che potesse raggruppare tutti nel perseguire ideali e intenti comuni. Da questa istanza nacque l’Unione Induista Italiana, un Ente che non rappresenta una tradizione specifica, bensì tutte le comunità e coloro che seguono un percorso spirituale induista.
Il cuore della comunità indù è infatti formato da persone provenienti da India, Sri Lanka, Mauritius e Bangladesh che diventano cittadini italiani. Una tale fusione di identità culturali assieme anche a quella italiana costituisce una testimoninanza davvero unica nel mondo. Questo straordinario spirito di unione è un segno della forza del sanatana dharma, dell’induismo. Purtroppo, alcune organizzazioni internazionali si rifiutano di collaborare con gli altri, lavorano solo per se stesse e per i propri interessi, in maniera egoista ed egocentrica. Un atteggiamento simile provoca gravi danni all’induismo, degradandolo e privandolo della formidabile forza dei suoi valori universali. Per questo diciamo che l’azione di rappresentanza dell’Unione Induista Italiana può essere riassunta con tre parole: sostegno (seva), condivisione (samgha) e forza (shakti), perché il sostegno dell’unità è ciò che genera vigore. Un detto indù recita: “Come le dita di una mano sono differenti tra loro, ma sono forti solo se agiscono assieme, così il dharma ci protegge solo se siamo uniti”.
Il cuore della comunità indù è infatti formato da persone provenienti da India, Sri Lanka, Mauritius e Bangladesh che diventano cittadini italiani. Una tale fusione di identità culturali assieme anche a quella italiana costituisce una testimoninanza davvero unica nel mondo. Questo straordinario spirito di unione è un segno della forza del sanatana dharma, dell’induismo. Purtroppo, alcune organizzazioni internazionali si rifiutano di collaborare con gli altri, lavorano solo per se stesse e per i propri interessi, in maniera egoista ed egocentrica. Un atteggiamento simile provoca gravi danni all’induismo, degradandolo e privandolo della formidabile forza dei suoi valori universali. Per questo diciamo che l’azione di rappresentanza dell’Unione Induista Italiana può essere riassunta con tre parole: sostegno (seva), condivisione (samgha) e forza (shakti), perché il sostegno dell’unità è ciò che genera vigore. Un detto indù recita: “Come le dita di una mano sono differenti tra loro, ma sono forti solo se agiscono assieme, così il dharma ci protegge solo se siamo uniti”.
Un posto sicuro
Protezione per gli animali.
Un santuario per restituire dignità alla vita di tutti gli esseri viventi.
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